Fondo Fotografico Luciano Montemurro

Como - 2017


Biografia

Classe 1949, Luciano Montemurro si è occupato di grafica prevalentemente astratta e nel 1975 è stato premiato alla Mostra Internazionale di Arti Visive a Milano. Negli anni 80 ha iniziato a lavorare a molti reportage. Ricca la sua partecipazione ad esposizioni personali e la lista delle sue pubblicazioni. Le sue fotografie sono state oggetto di approfondimento nelle principali riviste del settore.

COMO, ARCHITETTURE

L’antica Comum Oppidum fu fondata dai Romani nel 196 a.C. dopo la sconfitta inflitta alle popolazioni celtiche e nel 59 a.C. Giulio Cesare fondò la colonia di Novum Comum.
Sede di vescovato dal 379 d.C., nel corso dell’ XI secolo divenne libero comune per poi cadere sotto il Ducato di Milano nel 1335. In seguito, la città, seguendo le sorti del resto della Lombardia fu sottoposta al dominio di spagnoli, francesi ed austriaci.
La città è oggi incentrata su piazza Cavour che si apre sul lago.
Tra i monumenti degni di nota ricordiamo: il Duomo (XIV-VIII secolo), dove si fondono armoniosamente stile gotico e rinascimentale; il Broletto (1215, rimaneggiato nel 1435); la Chiesa di Sant’Abbondio, cattedrale fino al 1013 sorta sul sito di una chiesa paleocristiana.
Alcuni degli edifici più antichi sono la basilica romanica di San Carpoforo costruita sul luogo di un tempio dedicato a Mercurio, e la Basilica di San Fedele con la sua pianta alquanto elaborata che unisce uno schema basilicale ad un impianto centrale. Notevoli sono anche il Castello Baradello e il Tempio Voltiano. La Villa Olmo progettata nel Settecento, è oggi, con il suo grande e bel parco, proprietà comunale adibita a centro espositivo e congressuale. In città e nel territorio circostante sono ancora oggi presenti numerose torri delle antiche fortificazioni
Nelle immagini di Montemurro, narratore esperto nel documentare il contesto urbano, osserviamo la città moderna dialogare con le architetture del passato ed il paesaggio lacustre.
Lo sguardo del fotografo vaga e viene affascinato dalle forme moderne, dall’archeologia industriale, dalle ombre che compongono grafismi dai neri intensi esercitando una sintesi espressiva che si insinua nell’osservazione, senza ambiguità.
Fotografare la città è per lui individuare una possibile relazione tra le varie anime, riordinando lo spazio non sempre equilibrato e armonico cercando infine un senso possibile del luogo.